Sono contro ogni tipo di violenza e esprimo il cordoglio per le vittime di Parigi.
De hoc satis.
Ma.
Credo che i valori di libertà, di democrazia e di uguaglianza siano oggi , in Italia e in Europa , ormai illusioni .
Anche in Occidente .
Questo declamato Occidente così civilizzato e sviluppato da pensare di poter esportare una tale cultura da dimostrare che abbiamo noi, in tasca, la via giusta per progredire , in realtà ha ben poco , se non storicamente, da esportare.
E lo dimostrano anche le reazioni dei cosiddetti “potenti”, dei grandi opinionisti, giornalisti, letterati e uomini di Governo.
Ricompare la pena di morte tra le labbra serrate di rabbia; pena di morte come deterrente e al diavolo studi e statistiche che dimostrano che non lo è affatto. L’importante è sedare il desiderio di vendetta.
Ricompare la corsa alla militarizzazione , la chiusura delle frontiere, ricompare la fortezza armata della Fallaci, per la quale aveva speso parole sagge il buon Terzani.
E che sia lasciata fuori dai nostri confini ( quindi da noi stessi, visto che l’unico confine che abbiamo è quello individualistico ) la povertà, l’ignoranza e tutto il male del mondo identificato nell’islamismo e nei popoli del medio oriente.
Mi pare un ‘utopia senile, di chi non vuole e non ha altri interessi che di mantener saldo il suo potere economico a discapito di tutto e di tutti. Compresi gli italiani e l’Europa.
La paura parla alla pancia e paralizza le persone comuni.
E la pancia si sente tanto perché si ha tanta paura .
E il desiderio di rivalsa arriva dalla pancia.
Ora, Le Pen chiede la reintroduzione della pena di morte , Salvini urla all’ “armiamoci e partiam”e dice a Bergoglio che non sta facendo un buon servizio ai cattolici , chiedendo loro di dialogare, il sindaco di Padova urla “mai più moschee”. E noi sempre più asserragliati dentro le nostre paure , la nostra sfiducia , tanta da non aver coraggio di dire più nulla a chiunque si presenti come islamico.
E questa nostra paura è fomentata dalla reazione dei nostri governanti, che dimostrano ampliamente di non saper far altro che rispondere con violenza ad una violenza.
Tolleranza zero, dicevo, da parte di molti.
Sono questi i valori che vogliamo esportare?
Si parla di una guerra tra civilità perché così si puo’ dare l’idea che una civiltà noi l’abbiamo raggiunta.
Si parla di attentato alla libertà di informazione perché così ci convinciamo di avercela ?
Ma davvero credete che ci sia libertà di informazione ? Sulla carta, forse, ed tra poco neanche su quella.
In Italia, nella fattispecie , non ci sono più valori da esportare politicamente , civilmente ed economicamente.
Stanno approvando un decreto anti-diffamazione che non è altro che censura al dialogo.
Renzi introduce un articolo di legge che salva Berlusconi e tutti quelli rei della stessa colpa e finge di nulla, non sapeva, non pensava..ecco non pensava..e noi, stiamo a guardare..a guardare ancora quei talk show demenziali costruiti ad hoc per decelebrare le persone…
I processi sono sempre più lunghi e le prescrizioni troppo brevi e così cadono nel nulla cause per disastri ambientali che procurano e hanno procurato MORTE ( fa meno effetto di un uccisione a sangue freddo , ma sempre omicidio è). E noi?
Abbiamo messo magliette o titoli sui blog del tipo “ io sono Aldrovandi”, o io sono “Stefano Cucchi”? Ma va , in quel caso non si limitava la nostra libertà, il nostro senso di giustizia e di democrazia.
Non fraintendetemi, non sono patriottica, non sto dicendo che i nostri mali sono più importanti di altri.
Sto dicendo e Vi chiedo: “questa non è violenza?” quella che subiamo ogni giorno sempre più?
Una violenza legittimata dal nostro silenzio e da leggi molto interpretabili a secondo della convenienza.
Quindi, quando diciamo che vogliamo esportare o difendere qualche valore, di cosa stiamo parlando?
Io vorrei ben sperare che il sentimento che ancora ci puo’ unire non sia quello partecipativo ad una violenza senza limiti considerata legittima perché difensiva , ma quello di denuncia con azioni di non violenza di ogni ingiustizia .
Le vignette Di Charlie non mi piacciono, e le ho viste solo ieri per la prima volta, ma il fatto che non mi piacciano poco importa.
Riflettevo, però , sulla satira.
Credo che la satira, come ogni cosa , possa essere la miccia che fa esplodere pensieri costruttivi , oppure un pretesto per fare “della risata”, uno stile di vita poco consapevole , un qualcosa che allontana ancora di più la realtà, un qualcosa che diventa solo uno sfogo compensativo di cio’ che pensiamo di non essere in grado di fare.
Tutti in questi giorni, sono Charlie.
Anche io lo sono.
Ma sono anche “tutti i nomi” di chi in Siria, Iraq, Tibet, Iran , Nigeria e OVUNQUE, ha perso la vita a causa di ingiustizie, di mancanza di democrazia e libertà.
Quando vedrò europei che nelle loro testate giornalistiche , nei blog denunciano a piena voce , ogni ingiustizia, FACENDO tutto il possibile, quindi compiendo ogni azione per cambiare le cose, quando vedrò gente in piazza con magliette “Io sono siriana, io sono tibetana, io sono la donna condannata a morte per aver rifiutato le leggi islamiche “ allora veramente credo che avremo qualcosa da difendere o da esportare .