“ E io, una volta in cui non riuscivo a dormire , mi alzai dal letto e andai di nascosto a origliare alla porta della stanza dove gli adulti stavano chiacchierando . udii pronunciare nomi che non conoscevo , sentii nuovi toni di voce, capii che la mia vita e la loro erano cose separate,. E che di giorno ci si incontrava solo per caso.”
“ Io ero convinto che tutto il visibile,- persone, automobili, rondini, fili della luce, sputi per terra- fosse una rappresentazione inscenata attorno a me allo scopo di studiare il mio comportamento . Sentendomi osservato, mi davo contegno per non dare a vedere che mi ero accorto di tutto: cavia consapevole, mi dicevo, cavia inutile , dunque cavia da eliminare.”
“Io , quando una persona mi sorrideva un po’ troppo affettuosamente , sospettavo che non fosse vera: la Finta Madre , il Finto Cartolaio. E insieme al terrore , mi prendeva anche pena per il destino degli originali”.
Michele Mari “Tu, sanguinosa infanzia”.
Quella sensazione di essere una cavia… terribile!
terribilissima!